Khaled Meshaal, il pregio della chiarezza
Khaled Meshaal, il capo “politico” di Hamas, ha compiuto oggi una storica visita nella Striscia di Gaza. Nel 25esimo anniversario del moviemtno islamico, ha pronunciato davanti ad una folla oceanica parole non nuove ma che nell’Europa affetta da Alzheimer tendono ad essere dimenticate: “La Palestina e’ nostra, dal fiume al mare, da nord a sud. Non concederemo un centimetro della nostra terra”. Più’ chiaro di così’, si muore. Non c’e’ posto per Israele nel Medio Oriente di Hamas.
Del resto, la vera natura del movimento islamico si e’ svelata, se ce ne fosse stato bisogno, durante l’ultimo round con israele. I 2 missili Fajr di fabbricazione iraniana lanciati verso Gerusalemme avevano le stesse teoriche probabilità di fare strage nella parte orientale e araba o in quella occidentale e ebraica della città tre volte santa, di colpire il Muro del Pianto, la basilica del Santo Sepolcro o la Moschea al Aqsa. Neppure Saddam Hussein aveva osato tanto.
Penso a quel leader politico che qualche tempo fa nella residenza di un imbarazzato ambasciatore italiano sosteneva l’ineluttabilità per Israele di parlare con Hamas. Penso al capo di una ben nota organizzazione pacifista che a Sderot chiosava sulla sostanziale innocuità dei razzi di Hamas. Penso agli analisti che da domani ci spiegheranno che Khaled Meshaal in realtà e’ un moderato, che si, dice di voler distruggere Israele, ma mica lo pensa davvero, o se lo pensa non vuole lo vuole fare tutto in un colpo, solo un po’ alla volta, con pragmatismo.
Imbecillità’ o malafede?