Christmas Lights, New York si reinventa
Servizio andato in onda su TV7 dell’11 novembre 2020
Tra le torri del Rockefeller Center, anche Atlante indossa la mascherina.
E’ il Natale più difficile per New York, in primavera epicentro mondiale della pandemia. L’anno si chiude con una disoccupazione record del 13 %, il doppio della media nazionale. Eppure la Grande mela non rinuncia al quella che è da sempre la sua vocazione: far sognare. E per rispettare le regole che il covid impone, come è nei suoi cromosomi, si reinventa.
Le vetrine natalizie, tradizione che ha resistito a qualunque tragedia, compreso l’11 settembre, brillano più che mai. Quelle di Bergdorf Goodman sono un gioco di riflettori e specchi. Da vicino abbagliano. Sono studiate per essere ammirate da lontano, in sicurezza.
Sacks ripropone il fantasmagorico gioco di luci del castello incantato, ma le vetrine mostrano ottimistiche scene di vita quotidiana newyorkese, con un omaggio speciale agli artisti di Broadway, che suonano per strada in attesa che i teatri riaprano.
Al suo posto anche l’albero più famoso del mondo, con i suoi 50 mila led. Quest’anno per fotografarlo da vicino bisogna premontarsi on line e mettersi in fila, ben distanziati.
Anche Babbo natale è in quarantena. I bimbi possono scrivergli, imbucando le lettere in questa specialissima cassetta postale, sulla Quinta Strada.
James Bonavita, decoratore
Lavoro, lavoro, lavoro. Ma con il covid quest’anno è più difficile.
Dyker Heights, il quartiere di Brooklyn dove ogni Natale gli abitanti fanno a gara a chi decora più fastosamente la propria casa. L’artigiano che ha il monopolio delle luminarie lamenta una diminuzione del 25 % del giro d’affari.
Lucy Spata
Io e mio marito abbiamo iniziato in onore dei nostri genitori. Decorazioni piccole, diventate molto grandi. Perché il Natale è sempre stata la nostra festa preferita. E ogni anno, abbiamo aggiunto qualcosa
Lucy Spata non ha rinunciato ad una tradizione che lei stessa iniziò, quando si traferì qui, oltre trent’anni anni fa. Nel suo giardino, tra migliaia di luci, campeggiano babbi Natale, angeli, soldati giganti, e persino un trono.
Lucy Spata
Quest’anno le decorazioni sono ancora più grandi, in memoria di mio marito, che è venuto a mancare, e per i bambini, che continuavano a venire a chiedermi: “Le fai le decorazioni?”. E io: “Sì, le faccio”. I bambini hanno bisogno dell’atmosfera natalizia perché in questo momento attorno a loro c’è tanta tristezza. A causa del coronavirus, non possono andare a scuola, non possono vedere i loro amici, non possono fare feste. Vivono in un mondo sconvolto. Per questo hanno ancor più bisogno della gioia, della fede, della magia del Natale.
New York lo scorso anno ha ospitato 65 milioni di turisti. La pandemia ha svuotato la metropoli. Ecco come si presenta Time Square, dove di regola è difficile muoversi
Il colpo più duro l’ha subito Broadway. Scene spettrali in uno dei quartieri più animati di Manhattan. I cartelloni dei musical sono ancora quelli, impolverati, degli spettacoli in programma a marzo. Alle porte sbarrate, un avviso informa che le luci resteranno spente almeno fino al 30 maggio del 2021.
Marité Salatiello, attrice
Paura al’inizio, paura perché tutti mi dicevano: torna in Italia. Torna in Italia tanto noi avrai come portare a termine questo percorso.
Calarsi nei panni di Barbara Streisand impresa titanica. Marité Salatiello, palermitana d’origine, newyorkese nello spirito, c’è riuscita nonostante il lockdown. Quando il virus ha costretto lo studio a chiudere i battenti, ha continuato a preparare lo spettacolo usando Zoom. E ad ottobre ha coronato il suo sogno, mettendo in scena “The Way I am”, Ora non ha dubbi: il suo futuro di attrice è qui, a New York.
Marité Salatiello, attrice
Questa è una citta dove il teatro regna sovrano. Da Broadway, ad off-Broadway, ad off-off.Broadway ci sono realtà che vengono valorizzate e che vengono sostenute finanziariamente dall’alto ma anche dal basso, perché c’è un pubblico che va al teatro, un pubblico che spende soldi per andare a vedere uno spettacolo
New York è una città ad alta densità di milionari, Ma le statistiche dicono che già prima della pandemia, un cittadino su otto viveva in condizioni di insicurezza alimentare. Ora la situazione è peggiorata drasticamente. Come mostrano Le code ai centri di distribuzione gratuita del cibo, che si allungano ogni giorno di più,
Taina Rodrigues, direttrice “Part of the solution”
Lo scorso anno siamo riusciti a distribuire un milione di pasti. Pensavamo di aver raggiunto il massimo delle nostre capacità. Invece quest’anno, a causa del covid, arriveremo a distribuirne oltre due milioni.
Stephen Ritz, volontario, Green Bronx Machine
Il covid ha traumatizzato il Bronx. I cittadini più poveri di New York vivono qui. Il più alto tasso di casi si registra qui. La più bassa disponibilità di cibo sano si riscontra qui. E la maggior parte dei lavoratori essenziali vive qui. Insomma, siamo come schiavi nelle miniere di carbone.
New York in declino inarrestabile? Non si direbbe a giudicare dai due milioni di led che illuminano Hudson Yards, il progetto di sviluppo immobiliare più grande di tutti i tempi.
Matteo Sardi, Hudson Yards
Il messaggio è: abbiamo tutti bisogno di molte luci e di un bel Natale quest’anno. Puntiamo molto sulla resilienza e sulla forza dei newyorkesi.
Approfittando della crisi, i big dell’hi tech – Facebook, Google, Apple, Amazon – hanno acquisito nuovi spazi per decine di migliaia di dipendenti nelle aree come questa dove New York progetta il suo futuro. E’ il riconoscimento che qui, c’è quel mix di culture, etnie, colori, fedi, lingue che costituiscono il terreno più fertile per l’innovazione.
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