Cina, vivere green. Con una foto al giorno
Testo del reportage su Cina, vivere Green andato in onda nello Speciale Tg1 del 29/4/2018
La Grande muraglia, una delle opera più straordinarie dell’uomo, icona della Cina. Qui siamo in uno dei segmenti meno turistici, raggiungibile solo a piedi, dopo una lunga camminata. Eppure, anche questo angolo di paradiso rischia di essere sommerso dalla spazzatura. Ogni fine settimana, volontari vengono qui per ripulire. Segno di una nuova sensibilità verde dei cinesi, che peraltro affonda la sue radici nelle più autentiche tradizioni di questo Paese.
Ogni sabato, questo gruppo di volontari ecologisti in due ore di autobus raggiunge da Pechino il villaggio di Jian Kou e da qui, a piedi, lungo un sentiero scosceso, la Grande Muraglia. L’anima della spedizione è Zou Yi, che da 5 anni ha fatto della protezione dell’ambiente la sua ragione di vita. Usa il suo popolare account Weibo, il Twitter cinese, per promuovere le sue campagne.
Zou Yi, ecologista
Questo segmento di Grande Muraglia è lasciato a se stesso. Non ci sono contenitori per i rifiuti, toilette, niente. Ma la gente continua a venire perché è un posto bellissimo. Purtroppo ci sono turisti che lasciano in giro di tutto, buste di plastica, bottiglie. Noi veniamo qui a raccoglierle.
Nella plurimillenaria storia dell’Impero di mezzo questa barriera difensiva è stata teatro di fiere battaglie. Vista la fatica che si fa a percorrerla in tempo di pace, è arduo immaginare come facessero i soldati a presidiarla in tempo di guerra. Le cicatrici lasciate dal tempo sono vistose, ma non diminuiscono il fascino dell’opera. Sono ancora visibili i mattoni originari, che risalgono a centinaia di anni fa.
A deturpare il paesaggio però ci sono cumuli di immondizia. I volontari, armati di guanti bianchi, fanno quel che possono, per rimuoverla.
Zou Yi, ecologista
Non posso sopportare la vista di questo scempio. E’ un’opera maestosa, il paesaggio è incantevole. E’ inaccettabile vedere rifiuti. Veniamo qui per raccoglierli e per lanciare un messaggio. Con iniziative come questa speriamo di educare la gente a rispettare l’ambiente.
A Mei
Volgiamo cambiare le cattive abitudini degli altri, dando l’esempio di come si fa a salvaguardare il pianeta. La Grande Muraglia è una scultura, un’opera d’arte. Non può essere insozzata davanti ai nostri occhi.
L’altra faccia della tumultuosa crescita economica della Cina è l’inquinamento che attanaglia le sue metropoli, che uccide i suoi fiumi, che avvelena la terra. Da qualche tempo, però, la sensibilità per l’ambiente è in crescita. E i gruppi che operano su questo fronte hanno un potente strumento per far sentire la loro voce: internet.
Zou Yi documenta ogni fase della “missione ripulitura”. Le foto le posta sui social media: è così che il messaggio risveglia la coscienza del Paese, in primo luogo quella delle giovani generazioni.
Sun Xuhui
In Cina c’è una sempre maggiore consapevolezza dei problemi ambientali. Io ad esempio ho studiato negli Stati Uniti, lì ci sono tanti paradisi naturali. Qui ne abbiamo altrettanti. Ma scarseggiano quelli ben tenuti e puliti … giusto? Per questo, in futuro voglio impegnarmi anche di più di adesso.
Zhu Xinghua
Quest’anno, vogliamo espandere la nostra attività di raccolta dei rifiuti in altre 100 città. Il nostro bellissimo Paese è deturpato dalla spazzatura! E’ una realtà che mi intristisce.
Dopo una scarpinata di diverse ore, si torna alla base, scendendo lungo un ripido sentiero. A valle, i volontari si mettono in posa per l’ultima foto. Poi la spazzatura raccolta viene gettata dove è giusto che stia: nei cassonetti.
Zou Yi ha costruito la sua popolarità con un idea semplice e geniale. Da oltre cinque anni, ogni mattina, scatta una foto all’edificio di fronte a casa e la mette on line.
Zou Yi, ambientalista
Ho cominciato perché l’inquinamento a Pechino peggiorava e io mi sentivo impotente. Mi sono chiesto, cosa posso fare? La cosa più semplice era usare il cellulare, scattare una foto di ciò che vedevo e pubblicarla.
Non più aridi numeri ma l’evidenza di un’immagine. Le foto, raccolte in cinque tabelloni, uno per ogni anno, dal 2013 al 2017, documentano l’andamento della qualità dell’aria a Pechino in questo lungo lasso di tempo. Basta un colpo d’occhio per confermare – al di là di ogni ragionevole dubbio – che c’è stato un miglioramento della situazione, lo scorso anno.
Zou Yi, ambientalista
Postando ogni giorno una foto, ho gradualmente aumentato i miei followers. Hanno capito che questo lavoro era efficace. Finora ho totalizzato 78 milioni di click. Il post più popolare è stato letto da 1 milione e 650 persone.
In molti in Cina hanno seguito il suo esempio. Ora sono 700 le città dove singoli cittadini usano questo sistema per tenere sotto occhio l’inquinamento.
Zou Yi, ambientalista
Ho fatto ciò che era in mio potere: suonare il campanello d’allarme e chiedere ad altri cittadini di unirsi. Oggi tutti prestano attenzione alla qualità dell’aria. E’ un pungolo per il governo: nella lotta all’inquinamento non è solo, ci sono i cittadini.
Il risveglio della coscienza ambientalista è certamente tra i fattori che hanno indotto nel 2015 il governo a dichiarare solennemente guerra all’inquinamento. Del resto, l’amore per la natura è radicato nelle tradizioni di questo popolo. Il Palazzo d’estate, costruito dall’imperatrice vedova Cixi all’inizio del 1900, è un incanto. Eppure impallidirebbe di fronte a quello distrutto nella seconda Guerra dell’oppio la cui bellezza non aveva rivali. L’attrazione verso il creato si rinnova oggi nelle foto dei fiori e delle foglie che lettralmente inondano i siti web cinesi, in primavera e autunno.
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