Yom ha-Shoa

Yomha-Shoah, il giorno della memoria, Israele si ferma per due minuti al suono delle sirene.

L’ONU ha scelto il 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, per ricordare l’Olocausto. Israele, invece, ha scelto un episodio di resistenza attiva da parte degli ebrei, la rivolta del ghetto di Varsavia, per ricordare al mondo e a se stesso che l’imperativo “mai più” non è una frase vuota, ma il compito prioritario dello Stato di Israele, della sua classe politica, delle sue Forze Armate.

Quest’anno, la ricorrenza dominata dalla minaccia nucleare iraniana. Il premier Netanyahu ha dato il tono alle celebrazioni, accusando la comunità  internazionale di silenzi e reticenze di fronte alla volontà del regime iraniano di distruggere Israele e di provocare una seconda shoah.

Come dargli torto?

Claudio Pagliara, giornalista e autore, racconto gli Stati Uniti al pubblico della RAII. Ho scritto “La tempesta perfetta. USA e Cina sull’orlo della terza guerra mondiale”, Edizioni Piemme

Comments (3)

  • ester picciotto

    La madre di una mia amica (sopravvissuta ad Auschwitz) mi ha detto di essere desolata e preoccupata per il clima antisemita, mascherato da anti israeliano, che cìè adesso nel mondo. Stesse le motivazioni, steso l'odio

  • Claudio

    Cara Ester, capisco la preoccupazione della madre della tua amica. Ma sono convinto che la storia non si ripete mai. L'esistenza stessa di Israele ne e' la garanzia.

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