New York, la solidarietà degli italoamericani, Speciale Tg1 8/06/2020,
Dal confinamento per il virus al coprifuoco per la rivolta dei neri contro le brutalità della polizia. Le boutique della Quita strada, chiuse dal 23 marzo per la pandemia, ora hanno dovuto anche proteggere le vetrine con pannelli di legno e persino filo spinato per evitare i saccheggi. Per la città che non dorme mai il risveglio dal lungo sonno non sarà un processo né breve né facile.
New York è stata l’epicentro statunitense della pandemia. Ha osservato la quarantena più lunga e rigorosa di qualunque altra città americana. E quando cominciava a riaprire i battenti, li ha dovuti richiudere sull’onda dei gravi disordini seguiti all’uccisione George Floyd.
Siamo ad Harlem, questo è uno degli sportelli di Common Pantry. E’ una rete di banche del cibo che distribuisce gratuitamente pasti e viveri a chi non ha sufficienti mezzi per provvedere da solo.
Judy Secon, Common Pantry
Ogni settimana, i clienti aumentano del 15%. Ed è così’ da un mese. Crediamo che questa tendenza continuerà per tutta l’estate. Questa è la fila di chi viene qui per la prima volta. Sono da 25 a30 persone al giorno.
Da quando il virus ha costretto la prima economica del mondo a fermarsi, 40 milioni di posti di lavoro sono andati perduti, uno su quattro. E le code davanti agli sportelli della banca del cibo hanno cominciato ad allungarsi.
George Castro
Sono un musicista. Suono in pubblico. Non ho idea di cosa accadrà. Temo che anche quando i locali riapriranno, non vorranno investire in musica dal vivo
Judy Secon, Common Pantry )
Un cliente mi ha confessato che veniva qui per donare cibo e ora viene per riceverlo, perché ha perso il lavoro. Molti nuovi clienti non avrebbero mai immaginato di doversi rivolgere a questo servizio.
Steve Cohen, Columbia University
Nel corso della sua storia, New York ha subito molti traumi. A metà del 1970 era sull’orlo della bancarotta e aveva perso un milione di abitanti rispetto al decennio precedente. Nel 2001, c’è stato l’11 settembre. Quest’ultima crisi probabilmente è la peggiore. Ma i newyorkesi sono devoti alla loro città. La gente soffrirà. Già ora soffre. Ma New York si risolleverà.
La forza che muove New York e le consente di rinascere dalle ceneri come l’araba fenice si chiama diversità.
Steve Cohen, Columbia University
Il 40 per cento degli abitanti di questa città sono nati in altri Paesi. E il restante 60 per cento hanno origini altrove. I miei nonni sono venuti dalla Russia e dalla Polonia.
Tra le comunità più importanti, quella di origini italiane. Dino Clemente è sbarcato nel Nuovo mondo nel 1974, dopo un periglioso viaggio in nave. La sua città natale, Altamura, gli ha indicato la strada. Il panificio che porta il suo nome è uno dei più grande del New Jersey, sull’altro lato dell’Hudson rispetto a Manhattan. Vi lavora buona parte della famiglia. La ricetta è quella originale. In tempi normali i clienti sono ristoranti e hotel. Ma da quando è scoppiata la pandemia, Dino ha deciso di donare una parte della produzione giornaliera a chi è in prima linea, medici e infermieri.
Dino Clemente )
L’epidemia ha colpito duramente tutti quanti. Abbiamo dovuto togliere i tavoli, siamo aperti solo come take away. E facciamo donazioni. Abbiamo tre ospedali. In più altri che ci chiedono aiuto
La foto di Padre Pio campeggia di fonte al forno. Aiutare il prossimo, un dovere per un cattolico fervente.
Dino Clemente )
La gente non ha soldi. I bambini non potevano avere le uova di Pasqua. Allora abbiamo regalato 500 uova di Pasqua. All’ospedale abbiamo dato cibo e 300 uova di Pasqua. Pompieri e polizia ci hanno aiutato a consegnarli. A chi ha bisogno doniamo sempre.
Dino Clemente è uno dei 160 membri dell’Associazione dei Cavalieri del New Jersey. Il Presidente, Giulio Piccoli, ha raccolto le richieste di aiuto che venivano dalla comunità e mobilitato i soci. C’è chi, come la ditta di Settimo Guttilla e di sui figlio Joe, che ha fornito gratuitamente prodotti alimentari. Chi ha messo mano al portafogli per l’acquisto di 10 mila mascherine pe gli agenti di polizia, che nella prima fase dell’emergenza ne erano sprovvisti.
Giulio Piccolli, presidente dell’Associazione dei Cavalieri Italiani de New Jersey
Noi siamo i rappresentanti dell’Italia qui. In effetti ci dividiamo il cuore in due. Da una parte, vogliamo essere italiani. Dall’altra parte, siamo grati a questa terra che ci ha ospitati e chi ha dato l’opportunità di fare ciò che stiamo facendo
Il pane di Altamura appena uscito dal forno viene caricato sul furgone e consegnato negli ospedali della zona. Un’operazione che presenta non pochi rischi in tempi di pandemia. II sorriso di medici e infermieri, la ricompensa.
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