Nucholas Economides: “La recessione negli Stati Uniti sarà di breve durata”
Una disoccupazione al 14,7%, oltre venti milioni di posti di lavoro persi solo ad aprile. Unico paragone possibile: la Grande depressione degli anni Trenta. Ma secondo l’economista Nicholas Economides la crisi provocata dal virus non durerà a lungo, a patto che si rimetta in modo presto il motore.
La disoccupazione era prevista. Il governo ha chiesto alle aziende di fermare l’attività. Automaticamente i dipendenti sono diventati disoccupati. Non è una disoccupazione normale. Nel secondo trimestre mi aspetto un crollo del PIL del – 20% e il terzo sarà un trimestre di transizione. La ripresa arriverà nel quarto. E sarà una ripresa robusta. Il PIL crescerà del 3 – 4%. Ma bisogna tener conto del fattore tempo. Più lungo sarà il blocco, più lenta la ripresa.
Negli Stati Uniti le riaperture degli Stati avvengono in ordine sparso, senza una decisione a livello centrale. Qual è la sua opinione?
Il sistema federale americano non consente al Presidente di decidere il confinamento a livello nazionale. Sono i governatori che hanno preso la decisione di chiudere e ora spetta a loro di riaprire. Inoltre il contagio è diverso da Stato a stato. Ci sono Stati con moltissimi casi, altri con pochi. I tempi della riapertura sono diversi. Chi ha le le leve del potere ha paura di commettere errori. Allo stesso tempo c’è bisogno di coraggio. Le perdite economiche stanno diventando sempre più grave.
Cosa ci insegna la Cina, dove la vita sta tornato alla normalità?
L’epidemia in Cina è cominciata molto prima di quanto le autorità hanno riportato. L’Europa e gli Stati Uniti sono indietro. Allo stesso tempo la Cina ci dà speranza. Non è una cosa che durerà per sempre, tra un mese un mese e mezzo saremo dove è la Cina oggi.
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