Homeless a New York
Sul luogo del delitto i ceri che ricordano le 4 vittime sono accesi anche di giorno.
Carlos
Quando lavoriamo fino a tardi, non abbiamo più alcun posto dove andare. I dormitori chiudono. Così cerchiamo un posto dove la polizia non ci infastidisca. Quei poveretti si saranno trovati nella stessa situazione. Era tardi, erano stanchi per il lavoro, hanno cercato un angolo dove passare la notte.
Qui alle 2 di notte del 6 ottobre è accaduto l’inimmaginabile.
Simmba
Ero seduto assieme ad una delle persone che è stata uccisa. Mi ha detto, non ho una lira. Gli ho risposto, non ti preoccupare, ho 20 dollari, vado a comprare qualcosa da bere. Sono tornato, ci siamo seduti, abbiamo bevuto assieme e dopo un po’ gli ho detto. Si sta facendo buio, io vado, non è sicuro. L’indomani ho scoperto che era stato ammazzato lì dove lo avevo lasciato e dall’altro lato c’era un giovane con un tubo di metallo.
Quest’uomo, 24 anni, senzatetto, ha impugnato una spranga e ha colpito, uno dopo l’altro, senzatetto come lui, che dormivano, avvolti nei giornali e negli stracci. Ha ucciso così, 4 uomini inermi e ne ha ferito un quinto – iò più anziano aveva 83 anni – che non hanno avuto neppure il tempo di guardarlo negli occhi. La polizia l’ha trovato a pochi isolati di distanza, lo sguardo perso nel vuoto, la spranga insanguinata tra le mani. Quando gli sono state mostraste le immagini choc delle telecamere di sicurezza, si è riconosciuto nell’uomo che picchiava selvaggiamente persone in difficoltà come lui ma non ha saputo dare alcuna spiegazione al suo gesto.
L’aggressione avvenuta a Chinatown, uno spicchio di Cina nella Grande Mela. Nella piazza dove si radunano i senzatetto, campeggia la statua di Lin Zexu, il governatore di Canton che nel 1839 dichiarò guerra all’oppio britannico. La scultura intende lanciare un segnale contro i trafficanti odierni di droga.
Even
Questa zona era malfamata fino agli anni Ottanta, ma ora è sicura. Si può passeggiare a piedi a qualunque ore della notte.
Darius Coulter
Lavoro qui da 12 anni. Vado a pranzo dall’altro lato della strada. Ogni tanto dò a questi homeless qualche dollaro. Non hanno mai infastidito nessuno. Sono esseri umani come noi, che attraversano un momento difficile. Appartengono a tutti i gruppi etnici, ispanici, cinesi, bianchi, neri.
New York è un città ad alta concentrazione di miliardari, capitale finanziaria di un Paese, gli Stati Uniti, con un tasso di disoccupazione del 3,5%, il basso da 50 anni.
Eppure la popolazione homeless della Grande Mela continua a crescere. Oggi all’ombra di grattacieli sempre più alti ci sono 62mila persone – un cittadino ogni 122 – senza una fissa dimora. Solo una piccola parte di questo esercito di diseredati vive per strada o nelle fermate della metropolitana, alcune migliaia. La stragrande maggioranza trascorre la notte nei dormitori pubblici. Ce ne sono di diversi tipi: per soli uomini, per sole donne, per famiglie. Per bambini. Sì perché il dato più sconvolgente della crisi questo. 21 mila homless, un terzo del totale, sono bambini
Aine Duggan, President The Partnership for Homeless
Ogni famiglia è un caso a sé ma c’è una cosa che le accomuna tutte: sono vittime del caro-casa. Basta fare i conti. Un quinto della città vive in povertà, con meno di 20 mila dollari all’anno . Con quello che guadagnano, non possono permettersi di pagare un affitto a New York: non resterebbe niente per le altre necessità.
Mario McMichael The Partnership for Homeless
Questa è l’area gioco per i bambini. Così, quando forniamo i nostri servizi di consulenza alle loro mamme e ai loro papà, o hanno qualcosa di divertente da fare.
The partnership for the homeless da 37 anni aiuta chi non ha più un tetto e a volte ha molte bocche da sfamare. Come Doroty Rushing, 41 anni, 4 figli, tutti ancora piccoli: tre oggi sono venuti con lei, il quarto è rimasto a casa , ma la sua foto campeggia nella stanza della Presidente dell’organizzazione. Doroty è stata homeless più volte. Da bimba e da madre.
Dorothy Rushing
Io e mia sorella, assieme ai nostri genitori, abbiamo vissuto i primi anni della nostra infanzia in un dormitorio per senzatetto. Nel dormitorio i bambini venivano violentati. Io sono stata violentata.. A 5 anni sono stata separata da mia madre e affidata ad un famiglia adottiva. Durante quel periodo, ho subito abusi verbali e fisici. Sono dovuta crescere in fretta. Sono una sopravvissuta. E quando sono diventata mamma, mi sono ritrovata di nuovo homeless con i miei quattro bambini. Avendo sperimentato sulla mia pelle cosa può accadere ai bambini nei dormitori, cercavo di tenere sempre di tenerli stretti a me.
Aine Duggan, President The Partnership for Homeless
Forniamo assistenza finanziaria, psicologica ed educativa: è fondamentale che bambini continuino ad andare a scuola. E ci battiamo con altre associazioni affinché la città metta a disposizione casi per chi non ha i mezzi per pagare un affitto. C’è un piano per costruire 300 mila nuovi appartamenti, ci battiamo perché il 10 per cento sia destinato a chi vive nei dormitori.
Rispetto è scritto nella stanza destinata al training del personale. Doroty – dopo la sua lunga traversata nel deserto – l’ha riconquistato grazie ai fondi pubblici del Comune – oltre tre miliardi di dolalri – per strappare dalla strada le persone in difficoltà.
Dorothy Rushing
Ora ho un appartamento di tre stanze, una veranda. Ai bambini piace moltissimo. Ho fede. Prego. Sono felice.
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