La Cina invecchia nonostante l’addio alla politica del figlio unico
La Cina invecchia
La Cina invecchia prima di diventare ricca, dicono i demografi. E’ l’effetto perverso della politica del figlio unico, abbandonata dal governo solo due anni fa. Troppo tardi: non c’è stato l’atteso baby boom. E non c’è da stupirsi: con la maggioranza della popolazione che ormai vive in città, mettere al mondo un secondo figlio è una scelta che non si può fare a cuor leggero.
Xu Jie
Mi sveglio, mi lavo, mangio qualcosa al volo, poi aiuto mio figlio – il più grande – a lavarsi e vestirsi. Sono io ad accompagnarlo a scuola. Mia moglie resta a casa ad occuparsi del figlio più piccolo. Cerco di arrivare all’asilo antro le 8, a quell’ora può fare colazione lì. Poi vado in ufficio. Lavoro fino alle 6 del pomeriggio, l’asilo chiude alle 4, quindi non ce la faccio ad andare a riprenderlo, è mia moglie o i nostri genitori, a turno, che se ne occupano.
Dura essere genitori in una metropoli
Non è facile la vita in una metropoli di 23 milioni di abitanti come Pechino per una giovane coppia con due bambini. Xu Jie e Li Zhou – nome italiano Gianna – hanno due maschietti, Dou Dou, 3 anni e mezzo e Duo Duo, 3 mesi e mezzo.
Gianna Li Zhou
Prima di avere i figli ho lavorato per una società italiana, per un ufficio di rappresentanza a Pechino. Mi piaceva molto questo lavoro. Ma quando mio figlio maggiore e’ nato ho lasciato il mio lavoro, perché a casa ci deve essere una persona che si prenda cura del bambino.
Xu Jie
Se mia moglie andasse a lavorare, quando il più grande dei nostri due figli è all’asilo, chi si prenderebbe cura del piccolo? Dovremmo assumere una baby sitter, ma il suo stipendio sarebbe lo stesso di quello di mia moglie. Per questo abbiamo deciso che per ora la cosa migliore è che sia lei resti a casa.
Gianna Li Zhou
Vorrei andare fuori a lavorare. Ma con due figli come faccio? I genitori sono già vecchi. Hanno quasi settanta anni. Non possono aiutarci molto. Ogni giorno vengono qui i miei genitori per aiutarci a pulire casa a lavare i vestiti e preparare la cuna e basta.
Niente baby boom
Le autorità comuniste erano convinte che il cambiamento di politica, dopo 40 anni di figlio unico, avrebbe portato a un boom di fiocchi rosa e azzurri. I reparti maternità si erano preparati a fronteggiare la richiesta. E invece l’aumento è stato bel al di sotto delle aspettative.
Song Jian, demografa, Università del Popolo della Cina, Pechino
Negli ultimi due anni sono nati diciassette milioni di bimbi l’anno. Questo per la Cina non e’ un baby boom. Basti pensare che nel 1963, quando è stato toccato il picco, sono nati più di 29 milioni di bambini.
Negli anni Settanta, la famiglia media cinese era composta di 5 bambini. Oggi il tasso di natalità è sceso a 1,5. E non sembra che l’abbandono della politica del figlio unico sia in grado di rovesciare la tendenza. Una delle ragioni del mancato baby boom è la totale assenza di strutture pubbliche o private che si occupino dei nuovi nati durante la prima infanzia.
Xu Jie
In Cina ancora non ci sono ancora asili nido. E se anche venissero istituiti, si tratterebbe di una novità, dovrebbero guadagnarsi la fiducia dei genitori. Io mi fiderei solo di un nido pubblico o gestito da un’organizzazione famosa.
Figli unici e … viziati
In compenso fioriscono corsi extra scolastici di ogni tipo, compreso questo: promette di sviluppare le capacità cognitive dei bambini attraverso le costruzioni. Piccole ingegneri crescono.
Xu Jie
Molti dei miei amici fanno fare ai loro figli altre cose dopo la scuola. Io penso che la cosa più importante è che i bambini a quest’età si divertano. L’anno scorso, portavo mio figlio a nuoto. Ma quest’anno non gli piace, così gli abbiamo proposto altre attività: musica, pittura, scacchi. Alla fine ha scelto le costruzioni: gli piacciono moltissimo.
Nella Cina imperiale, l’ascensore sociale per eccellenza era l’esame per diventare mandarino, funzionario pubblico. Oggi è il gaokao – il temuto esame di maturità -, dal cui voto dipende l’accesso alle università più prestigiose.
Xu Jie
In futuro dovremo far frequentare ai nostri figli vari corsi integrativi. E’ assolutamente necessario. Non in tutte le materie, ma in quelle dove non sono particolarmente bravi o alle quali sono più interessati.
Due figli, mamma a casa
Con i genitori che si sentono obbligati ad investire così tante energie e risorse nell’educazione dei figli – e senza alcun incentivo governativo – non ci si può stupire che la possibilità di avere un secondo figlio non abbia prodotto un baby boom. Chi come Gianna di figli ne ha messi al mondo due, deve rinunciare al lavoro … e non solo.
Gianna Li Zhou
A lui piace molto andare al parco. Prima, con un solo figlio, io e mio marito andavamo insieme al parco col bambino. Adesso solo mio marito può andare fuori, devo restare a casa.
Il rischio per la Cina è racchiuso in questa cifra: oggi per ogni pensionato, ci sono circa cinque persone in età lavorativa; nel 2030 solo due. E i numeri sono cinesi, quindi giganteschi: si prevedono per quella data 380 milioni di ultra sessantenni. In nessun altro Paese – anche in quelli a crescita zero – il sistema previdenziale è sottoposto ad una simile, enorme pressione.
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