Le sei “tende” di boulevard Rothschild
Scena esilarante, ieri sera, a boulevard Rothschild. Ben sei diversi cortei, con i programmi più disparati, si sono ritrovati a marciare verso la tendopoli di Tel Aviv divenuta il simbolo del malessere del Paese.
I poliziotti, di solito molto seri durante nell’esercizio delle loro funzioni, non sono riusciti a trattenere il sorriso quando ai due lati del boulevard si sono contrapposti due singolari gruppi: quello dei lavoratori caseari e quello degli animalisti, i primi contrari alla riduzione delle tasse sulle importazioni di formaggio, i secondi arrabbiati per lo sfruttamento intensivo delle mucche. L’ilarità della scena ha raggiunto l’apice quando un dimostrante del secondo gruppo ha invitato i manifestanti del primo a bere il proprio latte invece di quello degli animali d’allevamento, ottenendo per tutta risposta il consiglio di bere latte per curarsi la demenza precoce.
A convergere verso la tendopoli anche due cortei di giovani di destra. La lotta contro il caro casa non è patrimonio di una parte politica, questo il messaggio. Ma le due manifestazioni avevano slogan diversi. Per il primo gruppo, la soluzione è nell’accelerare le costruzioni negli insediamenti in Cisgiordania; per il secondo gruppo questa opzione non è all’ordine del giorno.
Poco lontano, i manifestanti per la liberazione di Gilad Shalit, che si sentono vicini allo spirito della tendopoli di Tel Aviv si sono ritrovati fianco a fianco con i riservisti, venuti per dimostrare con i giovani accampati non sono hippie fuori stagione, come la destra tende a descriverli, ma la spina dorsale del Paese, gente che come loro è andata alle armi e è pronta ad impugnarle di nuovo in caso di necessità.
Una cacofonia di voci, specchio di un Paese che ha la democrazia nei cromosomi.